venerdì 15 febbraio 2013

"Ma chi vince Sanremo entra di diritto ad Amici?"

Bene, le canzoni ce le siamo sentite tutte comprese quelle dei giovani. La mia "profezia di sventura" si è avverata: nei primi posti della classifica ritroviamo esattamente le canzoni da me pronosticate. Ma cominciamo dall'inizio e proseguiamo via via verso la tragedia.
Apertura affidata questa volta a Luciana Littizzetto con un monologo apparentemente sarcastico sugli uomini ed i loro atteggiamenti/comportamenti capaci di rendere nevrastenica perfino una seguace di Madre Teresa di Calcutta; ma la comica torinese non poteva sicuramente banalizzare cosi la giornata di ieri. No, non mi riferisco a San Valentino...sto parlando del V-day la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, caratterizzata purtroppo proprio dell'ennesimo caso di omicidio di una donna avvenuto per mano del proprio compagno: mi riferisco all'assassinio della modella sudafricana Reeva, uccisa dal compagno (per sbaglio?) campione olimpico Oscar Pistorius. Nella giornata di ieri sono stati organizzati flash mob danzanti in tutto il mondo per dire basta alla violenza sulle donne: e cosi anche Luciana sul palco dell'Ariston ha danzato, con tanto di corpo di ballo,  sulle note di "Break the chain" (spezza le catene) di Tena Clark canzone scelta come colonna sonora dell'evento. Non prima però di aver ricordato a tutte le donne, e gli uomini che "l'amore non spezza le costole, non ti lascia lividi sulla faccia".
Ma abbandoniamo gli argomenti seri e torniamo a occuparci del faceto. Ordunque, avendo già ascoltato le canzoni non rifarò una classifica ma mi limiterò a dare pochi personali giudizi.

Elio, Silvestri, Gazzè, Cristicchi: vincono a mani basse. Compreso Simone la cui canzone, come avevo previsto, dopo un secondo ascolto rientra tra le più belle di quest'edizione.

Almamegretta, Marta sui tubi, Malika Ayane: promossi ma con debito. Ovviamente parlo di gusti personali, non smetterò mai di ripeterlo e credo che anche qui valga la regola del riascolto, cosi come fu per Cristicchi.

Gualazzi, Molinari e Cincotti, Chiara, Annalisa: non mi convincono. Non mi coinvolgono, non mi fanno venire voglia di fermarmi e rimanere ad ascoltarli senza distrarmi.

 Mengoni, Modà, Maria Nazionale: una triade peggiore l'ho vista solo nel 2010, con la conduzione della Clerici con Scanu, Pupo e Filiberto e anche quella volta Mengoni. Roba da preferire il rumore delle unghie sulla lavagna.

Purtroppo il Festival di Sanremo non è più da tempo quel concorso serio di mille anni fa, altrimenti canzoni come appunto "Italia amore mio" nel 2010 o "Se si potesse non morire" dei Modà di quest'anno, non solo non sarebbero mai arrivate in finale, ma non sarebbero mai arrivate da nessuna parte e basta. Invece no. Il potere, soprattutto grazie alle loro fan,di questi gruppi e cantanti privi (si, giudizio soggettivo mi sono stancata di ripeterlo) di qualsiasi voglia talento ma con alle spalle major ed operazioni commerciali/di marketing che nemmeno la bonanima di Micheal Jackson, conferma il fatto che ormai il Festival è diventato uno scimmiottamento o peggio, un proseguio dei talent show che appestano il panorama televisivo da qualche anno. Avevo già scritto che avevo molto apprezzato il diniego di Fazio davanti alla partecipazione degli ex talent alla manifestazione canore, ed invece il potere de filippiano continua a stagliarsi sull'Ariston, manco fosse Voldemort. E purtroppo si sa, il popolo tra Gesù e Barabba, scelse Barabba.


Al contrario delle serate precedenti, la serata è stata allietata dagli ospiti previsti in programma. Primo fra tutti, l'uomo della mia infanzia (e di chissà quante altre persone), lui che sbagliò rigore al mondiale ma che diamine, gli si perdona tutto..lui che da quando non gioca più non è più domenica: Roberto Baggio. Sempre un bel vedere, calmo e pacato come tutti i buddhisti, parla del suo impegno politico e della sua vicinanza con il premio nobel per la pace Aung San Suu Kyi e infine legge, emozionato ed anche un pò impacciato, una lettera indirizzata ai giovani compresi i suoi tre figli.
Due gli ospiti musicali: Antony and the Johnson e Leonora Armellini.
Il primo, un omaccione di origini inglesi  che ha collaborato con Lou Reed, Bjork, Battiato ed Elisa (and much more) si esibisce con il brano "You are my sister" autobiografico e dedicato appunto alla sorella.
Ed ora la pianista, su cui voglio soffermarmi giusto un attimino.
Intanto con un nome del genere "Leonora Armellini" (l'armellino, per chi non lo sapesse è quella pelliccia bianca puntellata di nero dei mantelli reali) cosa poteva fare se non la pianista? Comunque, battutone a parte. A dodici anni, quando io decidevo di giurare eterno amore a Nick Carter, lei si diplomava con lode e menzione d'onore al conservatorio. Poi a 17 anni, quando io mi rendevo sempre più conto che Nick ignorava e avrebbe ignorato la mia esistenza (oh, ci vuole tempo per assimilare certe verità), lei si diplomava summa cum laude all'accademia di Santa Cecilia a Roma, suonando poi con un numero impressionante di musicisti nei più importanti teatri mondiali, arrivando a vincere nel 2010 il premio internazionale "Chopin" a Varsavia. E proprio sulle note di Chopin si è esibita ieri l'artista padovana.  SENZA SPARTITO.

Ps: un ringraziamento a mio papà che riascoltandosi l'esibizione della pianista ha sentenziato: "Ha sbagliato UNA nota". Grazie papà <3


Stasera la quarta puntata, sperando che il televoto si ribalti.

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