mercoledì 22 agosto 2012

Quando la trasgressione diventa conformismo.

Quand'è che una moda di per sè trasgressiva, comincia a diventare obsoleta fino quasi al conformismo più totale?
Mi riferisco all'ormai normale e generale abitudine moda di ricoprire parti o l'intera epidermide con disegni, scritte, simboli incomprensibili ai più: in altre e semplici parole, la moda del tatuaggio. Per quanto possa sembrare una tradizione moderna, le origini del tatuaggio vanno fatte risalire sino al 3300 a.C.; è inoltre documentato l'uso del tatuaggio presso la religione cristiana nel periodo precedente alla sua ufficializzazione, ossia quando i cristiani non potendo manifestare apertamente la propria religione, solevano tatuarsi simboli di riconoscimento. In Italia nel 1992 è stata rinvenuta una mummia ( la mummia di Oetzi) con segni tatuati sul corpo, il che fa presupporre che questa pratica fosse in uso perfino nella preistoria.
Il significato del tatuaggio e del tatuarsi può essere diverso, e cambia ovviamente in base alle epoche e ai luoghi dove questo avviene. E mentre nell'antica Roma il tatuaggio si applicava sugli schiavi per renderli tutti uguali e riconoscibili come appartenenti ad un determinato padrone, il ruolo e il compito che oggi assume è al contrario quello di distinguere, particolarizzare, rendere unico chi lo porta.
O almeno era questo fino a qualche tempo fa.
Il dilagare sempre maggiore di questa moda ha ormai fatto perdere quello che in epoca moderna era il "compito" del tatuaggio; che sia un tribale o un disegno con un significato preciso, ormai imperano ovunque: in Italia solamente sono  ben 3 milioni le persone che ne hanno almeno uno;di certo un numero abbastanza elevato per essere ormai considerato come un fenomeno capace di suscitare stupore e critiche, ossia di essere trasgressivo. Questa moda ha visto una grande diffusione nel 2001 grazie al fenomeno mediatico nato in America (e dove sennò?) e conosciuto con il nome di Suicide Girl: ragazze, non necessariamente modelle professioniste, ritratte in pose seminude e sopratutto con i corpi coperti in più punti da immagini indelebili.
Ma quando una moda si diffonde, per quanto sia infondo questo il suo compito (ossia quello di arrivare alla maggior parte delle persone), si auto-immette in un processo di autodistruzione: paradossalmente una moda, specie quelle trasgressive, per rimanere tale e rimanere in vita deve limitarsi a rimanere confinata in una nicchia, di essere inaccessibile ai più.
Il tatuaggio infatti sta ormai perdendo quella che era la sua particolarità, riducendosi sempre più ad un capriccio estetico spesso senza alcun significato preciso, confermato dal fatto che ormai la maggior parte delle persone usano tatuarsi immagini, fiocchetti e stelline su tutti, non ricollegate a nessun evento o ricordo, come invece accadeva non molto tempo fa. Ironicamente il tatuaggio sta compiendo una specie di giro di boa: cosi come nell'antica Roma aveva la funzione di segno riconoscimento sugli schiavi, massificandoli ed eliminando ogni loro individualità e sopratutto eliminando il loro essere persone (ricordo che era proprio tramite un tatuaggio che i nazisti eliminavano simbolicamente l'individualità dei prigionieri nei campi di concentramento), sta a poco a poco tornando ad avere la stessa funzione, accrescendo sempre di più quel folto gruppo di persone che si considerano forse e ormai a torto trasgressive e particolari.
A mio parere, la particolarità e la trasgressione del tatuaggio non esiste più, cosi come non sono più considerate trasgressive le persone che si tatuano. Dalla trasgressione alla normalità, quasi al conformismo.
E infondo quasi rassicurante, proprio per quel mix di violazione delle norme non scritte ma eticamente condivise e quel conformismo che ha ormai reso blanda e tranquilla questa moda.



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