giovedì 23 febbraio 2012

Giochiamo con le Barbie?

Ora di pranzo. Mentre aspetto che si cuocia la pasta, finito il telegiornale, mi metto a fare zapping tra i canali televisivi per decidere quale rumore si accordava meglio ed era meno fastidioso mentre mangiavo. E mentre saltello di canale in canale, mi fermo improvvisamente catturata da alcune immagini: delle bambole simil bratz vestite in maniera abbastanza succinta, truccate come donne di malaffare, che riproducevano non ho capito bene chi, e avevano un nome simil "Regine del male". Ok, qualcosa è decisamente cambiato. E non nel verso giusto, sicuramente.
Quando ero piccola rimanevo incantata a guardare le pubblicità dei giocattoli, delle Barbie soprattutto: un amore  che ha reso facile la scelta di parenti e genitori per i regali di compleanni, Natali e promozioni. E quando poi tre anni dopo è arrivata mia sorella, la collezione è cresciuta sempre più riempiendo ogni angolo possibile della nostra camera di vestiti, scarpe, accessori, animali, cavalli (ah io li adoravo, ne avevo tre se non sbaglio). Avevamo ogni tipo di Barbie possibile ed inimmaginabile: principesse, veterinarie, ballerine, fate, sirene, escursionista e chi più ne ha più ne metta; il tutto ovviamente corredato da miriadi di accessori e miliardi di vestiti. Con le Barbie la fantasia di una bambina era stimolata al massimo, potevi giocare creare mille storie diverse ogni giorno. Ok cosi sembro uno spot anni 90. Tempo fa, su un articolo riguardante la Walt Disney, c'era scritto che, vista la mancanza di una monarchia nel passato degli USA, le bambine americane hanno sviluppato le fantasie sulle principesse tramite le storie della Disney,e ho pensato che fosse per lo stesso motivo che le Barbie che venivano prodotte di più anni fa, erano proprio le principesse.
Quale ragazza, da bambina, non ha mai sognato di essere una principessa? Io a dire il vero ero un pò indecisa, perchè ero innamorata sia di principesse (precisazione che si rende necessaria: dei vestiti lunghi. Tipo quello che Sissi, la mia preferita, indossa al ballo in onore di quel torso di broccolo di Franz, quello azzurro) che delle sirene. Quindi, dopo un divoramento interiore, alla maturissima età di 7 anni decido che durante i giochi con mia sorella e le mie cugine, sarei stata una principessa che poteva trasformarsi in sirena toccando l'acqua del mare.
Il bello di giocare con le Barbie, almeno per me, è che loro erano tue proiezioni: non era la bambola ad essere una veterinaria, un escursionista, una principessa...lo eri tu. Non era la Barbie in se, ma quello che rappresentava: è nata, 52 anni fa, dall'idea della signora Ruth Handler (moglie del co-fondatore della Mattel) che un giorno, osservando sua figlia giocare con delle sagome di carta, notò che dava loro forme di bambole adulte quando all'epoca tutte le bambole per bambine erano tipo cicciobello. Nell'immaginario collettivo sin da piccole, alle bambine veniva imposto anche tramite i giocattoli, il ruolo di moglie  sfornatrice di prole. Ed ecco l'importanza di Barbie: alle bambine venne detto che potevano essere altro, e il 9 marzo del 59, esce la prima bambola,che aveva però i capelli neri.



Il punto che mi ha spinto a scrivere questo post è proprio questo. Barbie ha comunque, nel suo piccolo, contribuito a creare l'immagine di una donna indipendente e in gamba e a far credere alle ragazzine che potevano essere ciò che volevano. Oltre, come già raccontato, a far lavorare incessantemente la fantasia: ci si creava l'immagine e la sensazione di essere una donna forte ma senza scandali, senza volgarità. Non c'è mai stato niente di volgare in lei, nemmeno quando indossava abitini cortissimi e tacchi vertiginosi. Col passare degli anni sono arrivate quelle bambole mostruose dalla testa enorme, vestite come popstar in uno dei peggiori video della Spears, e per finire queste ultime bambole che addirittura nel nome, fanno chiari riferimenti alla malvagità. E se fosse anche questo che determina i cambi comportamentali nelle bambine? A che cosa può aspirare una bambina a cui viene messa in mano per giocare una bambola del genere? Se cresce con questi giochi, che rafforzano l'idea che la donna per mostrarsi indipendente debba vestirsi e truccarsi come le peggiori donne di strada, mi pare un pochettino scontato se una volta adulta, o comunque un pò più grande, la bambina in questione si comporta come una Lolita. La concezione di se, di ciò che si è e si può essere si forma già dai primi anni, e anche attraverso queste cose. Ecco perchè credo che sia giusto evitare di mettere in mano alle bambine giochi di questo genere, che trovo altamente diseducativi, e soprattutto di metter loro in mano cellulari e giochi elettronici prima che abbiano compiuto una certa età, e tornare a far lavorare la loro fantasia. Non sempre il progresso è segno di miglioramento, a volte bisogna tornare alle cose del passato. E sopratutto, smettiamola con questa immagine della donna che anche nei giocattoli ormai è diventata una smutandata poco di buono. Tremo al pensiero che facciano la bambola di Belen con tanto di tatuaggio. Ovviamente pure il transfert per le bambine.






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